L’ustione è una lesione più o meno estesa della cute, e a volte dei tessuti sottostanti, provocata da un agente termico (in questo caso si parla di ustioni da calore), chimico (ustioni da sostanze chimiche) o fisico (ustioni da elettricità o da agenti radianti, come il sole o le lampade UVA). In pratica vi è un trasferimento di calore dall’agente ustionante alla superficie cutanea; quando la fonte di calore diventa importante e il tempo di applicazione supera la capacità di difesa della cute, si crea un danno da ustione. Le ustioni si classificano anche in base alla gravità (severità, con termine medico). Si distinguono a questo proposito le ustioni di primo grado, che interessano solo l’epidermide e sono causate per esempio da un liquido troppo caldo o dal sole; le ustioni di secondo grado (superficiale o profondo), che interessano anche il derma e sono accompagnate da flittene (vescicole contenenti un liquido chiaro); le ustioni di terzo grado, in cui sono stati danneggiati anche il tessuto adiposo e muscolare (fino ad arrivare nei casi più gravi alle ossa), che richiedono sempre l’intervento chirurgico, per ripristinare l’effetto barriera svolto dalla cute e le eventuali altre funzioni compromesse. Ancora, la gravità di un’ustione è data anche dall’estensione della stessa: quanto più è vasta l’area lesionata, tanto maggiore è il pericolo per l’ustionato, in quanto tanto maggiore è la perdita dell’apparato tegumentario. Tra i compiti della cute, infatti, c’è quello termoregolatore, oltre che da vera e propria barriera per riparare dagli agenti batterici esterni, che a causa di un’ustione possono penetrare in profondità. In seguito a un’ustione è buona regola mettere l’area interessata sotto un getto di acqua fredda corrente, in modo da raffreddare l’area ustionata; successivamente si consiglia di proteggere con panni puliti e recarsi, se le condizioni generali lo consentono, presso il Pronto Soccorso di riferimento. In caso di ustioni più gravi è importante contattare immediatamente l’ambulanza per il trasporto in ospedale. Le ustioni di primo grado (eritema solare) andranno a guarigione in alcuni giorni e non necessitano di particolari cure mediche se non applicazioni di creme idratanti. Per le ustioni di secondo grado (riconoscibili per le “bolle”) è utile una valutazione da parte del chirurgo plastico, in modo da gestire la medicazione nel miglior modo possibile al fine di garantire una guarigione rapida e con meno segni cicatriziali possibili. E, soprattutto, per evitare che una gestione non corretta possa portare all’approfondirsi dell’ustione, aumentandone la gravità e i conseguenti esiti cicatriziali. Per le ustioni di terzo grado il chirurgo plastico diventa essenziale al fine di garantire un recupero completo dei tessuti andati perduti. In questi casi ci si può avvalere di molte tecniche che prevedono l’utilizzo di innesti di cute proveniente dal paziente stesso o temporaneamente da donatori. Ancora, per determinate regioni corporee (volto, mani, regioni flesso/estensorie), si possono utilizzare, qualora ci fosse l’indicazione, dei sostituti dermici seguiti da innesti cutanei, in modo da ridurre al minimo le retrazioni cicatriziali post-ustione. In caso di ustioni particolarmente gravi, che superano il 20% della superficie corporea nell’adulto e il 10% nel bambino, è indicato il trattamento presso centri specializzati denominati Centri Grandi Ustionati. Una volta guariti da un’ustione estesa diventa importante la ripresa funzionale, che vede l’utilizzo di tutori elastocompressivi da indossare per diversi mesi, oltre a cicli continui di fisiokinesiterapia. L’evento ustione può rappresentare un incidente/malattia che può mettere in serio pericolo la vita umana, oltre che comportare gravi menomazioni di tipo funzionale ed estetico. Il primo passo, pertanto, deve essere la prevenzione. In termini di sicurezza, molto è stato fatto nei luoghi di lavoro e lo stesso è importante fare nell’ambiente domestico, evitando di utilizzare le bottiglie di plastica per l’accensione dei fuochi o di toccare superfici roventi come i vetri delle stufe che catalizzano l’attenzione dei più piccoli.