La chirurgia plastica ricostruttiva della testa e del collo ha come scopo il ripristino della funzione e della forma che sono andate perse in seguito a eventi traumatici e ustioni o in seguito a interventi chirurgici per asportazioni di neoplasie cutanee, ossee o dei tessuti molli. La chirurgia plastica ricostruttiva di questo distretto si suddivide in sotto-distretti anatomici comprendenti: il distretto della piramide nasale, il distretto orbito-palpebrale, il distretto del padiglione auricolare, il distretto del cuoio capelluto ed il distretto del cavo orale. Compito del chirurgo plastico è quello di ripristinare funzione ed estetica, riducendo al minimo i danni secondari necessari per la ricostruzione dei distretti danneggiati. Talvolta il chirurgo plastico opera in autonomia, mentre in altre occasioni collabora con altri specialisti (oculista, otorinolaringoiatra, neurochirurgo ecc), con lo scopo di raggiungere il miglior risultato morfo-funzionale. Nell’ambito del distretto anatomico testa-collo, la chirurgia plastica scende in campo anche nel trattamento di patologie congenite come la labiopalatoschisi (il cosiddetto labbro leporino), le deformità del padiglione auricolare, nevi congeniti giganti e anomalie vascolari. Le tecniche chirurgiche utilizzate comprendono l’utilizzo di tessuti locoregionali mobilizzati a riparare l’area danneggiata, come i lembi locali peduncolati di rotazione o avanzamento. Un’altra tecnica propria della chirurgia plastica prevede l’utilizzo di innesti cutanei. Questa tecnica consente di trasferire un sottile strato di epidermide, che sopravviverà per attecchimento diretto sul fondo vascolarizzato da riparare. Ovviamente, in alcuni casi sarà presente una differenza di colore, che con il tempo si attenuerà, oppure saranno necessari altri trattamenti chirurgici per rendere meno evidente l’esito cicatriziale. Nei casi di danni importanti, che coinvolgono tessuti diversi (cute, tessuto muscolare, mucose, tessuto osseo ecc), ci si può avvalere della ricostruzione microchirurgia. Tale tecnica, di difficile realizzazione, permette il trasferimento da altri distretti corporei di tessuti composti. Questi, opportunamente rivascolarizzati con tecniche di microchirurgia e modellati, consentono di recuperare i tessuti che sono stati asportati a causa della neoplasia nel tentativo di ripristinare, come già espresso, la forma e la funzione.

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