Chirurghi estetici già a nove anni. Per fortuna, succede (o meglio succedeva) solo nel mondo virtuale. È stata infatti lanciata una app per bambini, in vendita su iTunes Store e Google Play, che prevedeva un intervento di liposuzione sulla Barbie. La povera bambola, infatti, aveva messo su qualche chilo di troppo da cui non riusciva proprio a liberarsi. Così i ragazzini, armati di camici e cannule digitali, dovevano intervenire per rimuovere il grasso in eccesso. Inutile dire che si è sollevato un polverone di polemiche e il gioco è stato ritirato. «Non entro nel merito della valenza educativa del gioco ­ dice il professor Riccardo Mazzola, presidente della SICPRE, Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica ­ ma trovo la notizia emblematica della grande e controversa attenzione al concetto di bellezza tipica dei nostri anni. Evidentemente chi ha progettato il gioco ha considerato che il concetto di bellezza e quello di chirurgia plastica fossero già acquisiti
nell¹infanzia». Il presidente della della Società che raduna l’80% dei chirurghi plastici del nostro Paese ha poi aggiunto: «I peggiori nemici della nostra Specialità sono la sua estremizzazione e la cattiva informazione di cui spesso soffre: la chirurgia plastica non è una cosa da fanatici, né da scegliere senza pensarci. Affrontarla come un gioco può portare a prenderla alla leggera, un atteggiamento all¹origine dei peggiori guai. I casi di chirurgia plastica disastrosa, infatti, sono nella stragrande maggioranza originati da scelte superficiali e scarsa consapevolezza». Con la salute, sia chiaro, non si gioca.

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