Ospite a Uno Mattina, la professoressa Marzia Salgarello (tra i referenti del Capitolo del Linfedema) ha spiegato in cosa consiste il trattamento chirurgico di questa patologia ancora poco nota ai non addetti ai lavori, ma dai grandi numeri. Ogni anno, infatti, si stima che in Italia ci siano 40.000 nuovi casi di linfedema, malattia che colpisce braccia e gambe, determinandone il gonfiore, e che nella stragrande maggioranza dei casi insorge in seguito a intervento oncologico.   Il trattamento chirurgico del linfedema, da affiancare sempre alla fisioterapia, prevede interventi di super-microchirurgia, ovvero sotto il millimetro, secondo due diverse metodiche: anastomosi linfatico-venose, così da “scaricare” i vasi linfatici ostruiti nelle venule vicine, in modo da ridurre il gonfiore; trapianto autologo di linfonodi, che vengono prelevati per esempio da inguine, collo o ascella, per trasferirli a livello dell’arto interessato dal linfedema, ricollegando i vasi dei linfonodi a piccoli vasi locali.

 

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